Il conguaglio di fine anno

Il 2023 sta per volgere al termine e, con la fine dell’anno, si avvicina il momento del conguaglio fiscale nelle buste paga di tutti i lavoratori dipendenti. 

A fine anno, così come in occasione dell’eventuale cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro – in quanto sostituto d’imposta – deve difatti procedere a operare il c.d. conguaglio fiscale, così come previsto dalla normativa vigente. 

L’operazione di conguaglio, in sostanza, consiste nello stabilire l’ammontare definitivo delle imposte IRPEF che il dipendente deve versare all’Erario sulla retribuzione effettivamente ottenuta nel corso dell’anno.  

In linea generale, il conguaglio rappresenta dunque una sorta di “dare-avere” con il fisco da parte del lavoratore, rispetto al quale il datore di lavoro funge da mero intermediario. In tale occasione, direttamente nel cedolino paga del lavoratore, vengono di fatto confrontate le trattenute fiscali già subite nel corso dei mesi dell’anno e quanto è effettivamente dovuto in base al reddito totalizzato nell’intero periodo di imposta. 

A seguito del conguaglio, viene determinato un importo che il lavoratore è tenuto a corrispondere all’Agenzia delle Entrate per pareggiare un debito fiscale oppure a ricevere per beneficiare di un credito. 

Può dunque essere necessario dover pagare delle somme aggiuntive (in caso di conguaglio a debito), oppure riscontrare di aver versato più di quanto effettivamente dovuto e, quindi, ottenere un rimborso in busta paga (in caso di conguaglio a credito). Nel primo caso, il lavoratore subirà una trattenuta nel cedolino pari al debito accumulato; nel secondo, una restituzione pari al credito spettante. 

Il conguaglio fiscale viene solitamente eseguito entro il mese di dicembre dell’anno di riferimento, anche se i datori di lavoro hanno tempo fino al 28 febbraio dell’anno successivo al periodo di imposta per poter effettuare tutte le operazioni utili.  

Grazie per averci seguito e buone feste a tutti!