L’Ipotesi di Accordo di Rinnovo del CCNL per i dipendenti dell’industria metalmeccanica privata siglata il 26 novembre 2016

Il 26 novembre 2016 è stata siglata l’Ipotesi di Accordo di rinnovo del CCNL per l’industria metalmeccanica privata e dell’installazione di impianti. Tra le principali novità: (a) durata quadriennale del contratto, dal 2016 al 2019; (b) riconoscimento, a partire da gennaio 2017, dell’inflazione ex post anno su anno e non più ex ante, a seguito del quale non sono stati previsti aumenti salariale nel 2016 a parziale compensazione; (c) decorrenza degli incrementi retributivi da giugno di ciascun anno; (d) assorbimento, a decorrere dal 1° gennaio 2017, degli aumenti individuali dei minimi tabellari riconosciuti successivamente a tale data, salvo che non siano stati concessi con una clausola di non assorbibilità, nonché degli elementi fissi collettivi della retribuzione eventualmente previsti dalla contrattazione aziendale successivamente alla medesima data ad esclusione degli importi connessi alla prestazione lavorativa; (e) corresponsione, a titolo di una tantum, di 80 euro lordi, unitamente alla retribuzione del mese di marzo 2017; (f) premi di risultato aziendali totalmente variabili; (g) riconoscimento, a partire da ottobre 2017, dell’assistenza sanitaria integrativa gratuita a tutti i dipendenti ed ai loro familiari; (h) rafforzamento della previdenza complementare, portando, a decorrere da giugno 2017, il contributo aziendale al fondo Cometa dal 1.6% al 2% della retribuzione; (i) semplificazione e miglioramento di parti normative (ad es. congedi parentali, permessi retribuiti, orario di lavoro, trasferte e trasferimenti); (l) introduzione del welfare aziendale: Euro 100 da giugno 2017, Euro 150 da giugno 2018 e Euro 200 da giugno 2019. L’Ipotesi di Accordo sarà sottoposta ad un referendum tra i lavoratori in programma a metà dicembre.

Verso un bonus sui premi di risultato da 3-4mila euro

E’ allo studio del Governo l’ipotesi di estendere, nel 2017, il premio di risultato dagli attuali 2mila euro (2.500 in caso di coinvolgimento paritetico dei dipendenti nell’organizzazione del lavoro) a 3-4mila euro, coinvolgendo anche quadri e una fetta della dirigenza non apicale, con l’allargamento del limite di reddito per beneficiare della tassazione agevolata, da 50mila euro, oggi in vigore, a 70-80mila euro lordi annui. L’operazione sarebbe accompagnata da una rivisitazione delle materie oggetto del welfare contrattuale aziendale che oggi beneficiano della completa esenzione fiscale, per restringere il campo essenzialmente a salute, previdenza e istruzione.

(Il Sole 24 Ore, 3 settembre 2016)

Al via il part-time agevolato per i pensionandi

Con l’emanazione della circolare INPS n. 90 del 26 maggio 2016 si chiude il cerchio sul c.d. “part-time agevolato” per i pensionandi, istituto introdotto dalla Legge di Stabilità 2016 e attuato dal Ministero del Lavoro con il Decreto del 7 aprile 2016.

La norma ha in particolare previsto la possibilità per i lavoratori del settore privato di beneficiare di un’agevolazione connessa con la riduzione dell’orario di lavoro (da concordarsi con il datore di lavoro), a condizione che raggiungano il requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia entro il 31 dicembre 2018.

L’accesso al c.d. “part-time agevolato” troverà applicazione nei confronti dei lavoratori assunti a tempo indeterminato:

  • la cui data di nascita non sia successiva al maggio 1952;
  • che abbiano un’anzianità contributiva, al momento della richiesta di accesso al beneficio, all’AGO o alle forme sostitutive o esclusive della medesima di almeno 20 anni;
  • che sottoscrivano con il datore di lavoro un accordo di riduzione dell’orario di lavoro contrattualmente previsto in misura non inferiore al 40% e non superiore al 60%.

In tali casi il lavoratore otterrà:

  • mensilmente in busta paga e a carico del datore di lavoro, una somma – omnicomprensiva e che non concorre alla formazione del reddito del lavoratore – pari alla contribuzione previdenziale ai fini pensionistici;

nonché

  • il riconoscimento di una quota aggiuntiva di contribuzione figurativa previdenziale a carico dunque dell’istituto previdenziale.

Il citato decreto ministeriale e la circolare INPS n. 90/2016 hanno delineato, invece, l’iter procedurale e gli adempimenti amministrativi che le parti (in particolare, il datore di lavoro) devono porre in essere per accedere al “part-time agevolato”.

In particolare, mentre al lavoratore compete esclusivamente la richiesta telematica all’INPS, al datore di lavoro spettano una molteplicità di adempimenti tra cui:

  • l’invio dell’accordo sottoscritto con il lavoratore alla Direzione Territoriale del Lavoro territorialmente competente;
  • la compilazione e trasmissione di un’istanza telematica;
  • la compilazione delle denunce retributive/contributive conformemente alle istruzioni impartite dall’ente previdenziale.

Nelle intenzioni del legislatore, l’istituto in argomento potrebbe fungere come leva all’ingresso della nuova generazione nel mercato del lavoro e al ringiovanimento della forza lavoro in Italia.

In particolare, in conformità agli istituti contrattuali attualmente messi a disposizione dal legislatore, la trasformazione a part-time di un lavoratore subordinato prossimo alla pensione di vecchiaia potrebbe favorire l’assunzione di un giovane apprendista ovvero di un tirocinante (in base allo schema extra-curriculare), mantenendo al primo un ruolo di tutoraggio e di preparazione alla sua sostituzione al momento del pensionamento.

20 Luglio 2016

Dottor Salvatore Vitiello – Consulente del lavoro

Dottor Nunzio Lena – Associate

Divisione Consulenti del lavoro – HR Capital S.r.l.

 

Il problema dei licenziamenti «Qui si fanno due pesi e due misure» (Quotidiano Nazionale, 6 luglio 2016)

Le «tutele crescenti» del nuovo contratto si applicano alle assunzioni avvenute dopo il 7 marzo del 2015. Per gli altri vale ancora l’articolo 18, un sistema duale con molti paradossi.

Un sistema dei licenziamenti duale, in cui il legislatore usa due pesi e due misure, a seconda delle categorie dei lavoratori. E lo scenario che, secondo Vittorio De Luca, avvocato dello studio De Luca & Partners, si è creato nel mercato del lavoro italiano dopo l’approvazione del Jobs Act, la riforma del welfare del governo Renzi. Come sa bene chi ne ha seguito le cronache, il Jobs Act ha rottamato l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Dall’anno scorso, l’obbligo di reintegrare il lavoratore esiste soltanto in casi limitati, per esempio quando il dipendente viene mandato a casa dall’azienda per motivi discriminatori (per esempio per pregiudizi razziali).

Nella maggior parte dei casi (per esempio quando il lavoratore è mandato via per motivi disciplinari), l’obbligo di reintegro non esiste più: il lavoratore ha diritto soltanto a un indennizzo in denaro, proporzionale agli anni di carriera, anche se il licenziamento viene dichiarato illegittimo. E nato così un nuovo contratto di lavoro, definito «a tutele crescenti» perché prevede una protezione contro i licenziamenti che si rafforza nel tempo.  Questo nuovo contratto, però, si applica soltanto alle assunzioni avvenute dopo il 7 marzo 2015. Per i dipendenti che lavoravano già antecedentemente a questa data, valgono ancora le regole del vecchio articolo 18, in vigore prima dell’approvazione del Jobs Act.

Ed è proprio per questa ragione che, secondo De Luca, con l’ultima riforma del lavoro si è creato un sistema duale. «Si ha la paradossale conseguenza», dice l’avvocato, «che due dipendenti di una stessa azienda, licenziati per il medesimo motivo e nello stesso momento, possono avere diritto a una tutela radicalmente diversa, in ragione della data della loro assunzione». In presenza di un licenziamento ingiusto, insomma, chi era nell’organico da prima dell’arrivo del Jobs Act ha diritto a essere reintegrato al proprio posto, a differenza di un collega che è stato assunto dopo il 7 marzo 2015. Questo limite della riforma è emerso anche in una indagine condotta da De Luca & Partners, su un campione di oltre 200 aziende. Le imprese intervistate, benché abbiano espresso una valutazione positiva sul Jobs Act, hanno rilevato che l’ostacolo maggiore alle assunzioni in Italia è ancora rappresentato dal costo del lavoro troppo elevato.

PUNTI DEBOLI IN SINTESI:

  1. Applicare l’articolo 39

Per Aldo Bottini il Jobs Act non basta, ma serve dare finalmente applicazione all’art. 39 della Costituzione sulle relazioni sindacali.

  1. La retrocessione a ruoli inferiori 

Stefano Trifirò punta il dito contro il demansionamento che porta auna perdita di chance per il dipendente `degradato’ a ruoli inferiori

  1. Un doppio trattamento

Vittorio De Luca critica il sistema del licenziamento che dopo il Jobs Ad è diventato duale e crea spiacevoli difformità

TFR: coefficiente di rivalutazione

Il coefficiente per la rivalutazione del TFR del mese di giugno è pari a 0,750%.

(ItaliaOggi, 14 luglio 2016, pag. 38)

 

Terziario, aumento di 85 euro

È stato siglato ieri, da Confesercenti e Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, l’accordo per il rinnovo del CCNL terziario, distribuzione e servizi. Per la parte economica l’accordo prevede un aumento salariale lordo di 85 euro, su base mensile, per il quarto livello.

(Il Sole 24 Ore, 13 luglio 2016, pag. 16)

 

Aria di novità in HR Capital

HR Capital, da oltre 30 anni punto di riferimento nel mondo della consulenza del lavoro e della elaborazione paghe, lancia un restyling del logo e del sito web. La nuova strategia di comunicazione sottolinea il nuovo modello organizzativo finalizzato ad offrire ai clienti la massima efficienza ed efficacia, nel segno delle doti tradizionali di HR Capital: competenza, qualità del servizio e capacità di comprendere e supportare i processi aziendali. Per saperne di più, resta aggiornato seguendoci su LinkedIn

 

Salvatore Vitiello relatore all’HR Breakfast organizzato da De Luca & Partners

Il welfare aziendale e agevolazioni fiscali contributive. Salvatore Vitiello è intervenuto sull’argomento durante il primo appuntamento “HR Breakfast” organizzato da De Luca & Partners il giorno 26 maggio 2016.

 ABSTRACT

 

 

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Ministero del Lavoro: operativo il decreto interministeriale del 25 marzo 2016

E’ stato pubblicato sul sito del ministero del lavoro, il 16 maggio 2016, il decreto interministeriale del 25 marzo 2016 che disciplina l’erogazione dei premi di risultato e la partecipazione agli utili di impresa con tassazione agevolata.

Leggi qui il testo del Decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Il Welfare Aziendale – 1° aprile 2016 ore 12.00-14.00 – Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano

I vantaggi per l’azienda e per il lavoratore Coordinatore: Dottor Salvatore Vitiello – Consulente del lavoro – HR Capital S.r.l.

TFR: solo tasso fisso per il mese di febbraio 2016

Per il mese di febbraio 2016, il tasso per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto accantonate al 31 dicembre 2015 è pari a 0,250000.

 

Per il mese di febbraio 2016, il tasso per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto accantonate al 31 dicembre 2015 è pari a 0,250000.

(Il Sole 24 Ore, 16 marzo 2016, pag. 38)

Dimissioni: gli ultimi chiarimenti del ministero del lavoro

Da domani, chi intenda lasciare il lavoro dovrà comunicarlo in via telematica, agendo da sé o con l’ausilio dei soggetti abilitati.

 

Da domani, chi intenda lasciare il lavoro dovrà comunicarlo in via telematica, agendo da sé o con l’ausilio dei soggetti abilitati. Nel secondo caso non ci si potrà rivolgere ai consulenti del lavoro o ad altri professionisti abilitati. A precisarlo è il ministero del lavoro nelle Faq pubblicate ieri.

(Italia Oggi, 11 marzo 2016, pag. 38)

Dimissioni: basta il Pin Inps

Per dimettersi secondo la nuova procedura online, obbligatoria da domani, il dipendente non deve richiedere anche i codici di identificazione del sito Cliclavoro, in quanto è sufficiente avere il Pin dell’Inps.

Per dimettersi secondo la nuova procedura online, obbligatoria da domani, il dipendente non deve richiedere anche i codici di identificazione del sito Cliclavoro, in quanto è sufficiente avere il Pin dell’Inps. La novità emerge guardando il video tutorial pubblicato ieri sul sito del ministero.

(Il Sole 24 Ore, 11 marzo 2016, pag. 45)

Le nuove regole per le dimissioni

Per contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco il Job Act ha introdotto una nuova procedura telematica che entrerà in vigore il prossimo 12 marzo.

Per contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco il Job Act ha introdotto una nuova procedura telematica che entrerà in vigore il prossimo 12 marzo. Nel dettaglio, il dipendente, per rendere efficaci le dimissioni rassegnate, dovrà i) richiedere il codice PIN-INPS accedendo al sito www.inps.it, ii) registrarsi al portale del Ministero del Lavoro www.cliclavoro.gov.it, iii) compilare il modello telematico presente nella procedura, iv) inviare la modulistica al sistema informativo SMV. Il lavoratore potrà effettuare la predetta procedura anche attraverso l’ausilio di appositi intermediari abilitati quali patronati, sindacati, enti bilaterali e commissioni di certificazione.

Rivalutazione TFR: definito il valore di Gennaio

A Gennaio il coefficiente per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto (TFR) accantonate al 31 Dicembre 2015 è pari a 0,249416.

A Gennaio il coefficiente per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto (TFR) accantonate al 31 Dicembre 2015 è pari a 0,249416. (Il Sole 24 Ore, 23 febbraio 2016, pag. 45)

Rinnovato il CCNL Alimentari

Il 5 febbraio 2016, è stato rinnovato il CCNL dell’industria alimentare per il quadriennio 2016-2019.

Il 5 febbraio 2016, è stato rinnovato il CCNL dell’industria alimentare per il quadriennio 2016-2019. Tra le novità si segnala (i) un aumento salariale di 105 Euro, in cinque tranche; (ii) un innalzamento delle ore annue da 72 a 88, pagate con maggiorazione inferiore agli straordinari (20% contro 45%); (iii) la revisione della disciplina sul part time e (iv) l’introduzione del telelavoro nonché del lavoro agile.

(Il Sole 24 Ore, 6 febbraio 2016, pag. 9)

 

Legge di stabilità 2016: i nuovi sgravi contributivi

Lo sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato guadagna un anno, anche se diventa meno vantaggioso.

Lo sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato guadagna un anno, anche se diventa meno vantaggioso. L’agevolazione potrà essere utilizzata fino al 31 dicembre 2016 (comma 178 dell’articolo unico della legge 208/2015), anche se, a differenza di quanto previsto dalla legge di stabilità 2015, si tratta non di un esonero “totale” dal versamento dei contributi (fino a 8.060 euro all’anno) ma di uno sconto fino al 40%, nel limite di 3.250 euro all’anno per lavoratore. La durata del beneficio, poi, non sarà più triennale ma biennale. A parte le differenze di tipo economico, la disciplina del bonus resta invariata e invariati restano i casi di esclusione degli sgravi.

(Il Sole 24 Ore, 11 gennaio 2016, pag. 23)

Welfare aziendale: esonero da IRPEF per i benefit stabiliti in contratti o accordi aziendali

La legge di Stabilità 2016 introduce importanti agevolazioni per i benefit ai dipendenti, modificando l’art. 51, comma 2, del Tuir.

La legge di Stabilità 2016 introduce importanti agevolazioni per i benefit ai dipendenti, modificando l’art. 51, comma 2, del Tuir. Nel dettaglio, è stata confermata l’esenzione da Irpef per l’utilizzazione delle opere e dei servizi, riconosciuti a tutti o a categorie di dipendenti e ai loro familiari, per finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto di cui all’art. 100 del Tuir. Tali erogazioni, per beneficiare del regime di favore, potranno realizzarsi non più solo per scelta unilaterale del datore di lavoro ma anche in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale. E’ stata, altresì, prevista l’esclusione da imposizione delle somme, dei servizi e delle prestazioni erogati dalle aziende ai dipendenti o a categorie di essi per la fruizione da parte dei loro familiari dei servizi di educazione e istruzione anche (e qui cominciano le novità) «in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari».

(Il Sole 24 Ore, 5 gennaio 2016, pag. 36)

Tfr, definito il coefficiente per rivalutare dicembre

A dicembre il coefficiente per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto (Tfr) accantonate al 31 dicembre 2014 è pari a 1,500000.

A dicembre il coefficiente per rivalutare le quote di trattamento di fine rapporto (Tfr) accantonate al 31 dicembre 2014 è pari a 1,500000.

(Il Sole 24 Ore, pag. 20, 16 gennaio 2016)

INPS: conguagli per gli sgravi 2014 sul secondo livello

Arriva il via libera al conguaglio dello sgravio contributivo correlato alla contrattazione di secondo livello, con riferimento alle retribuzioni incentivanti corrisposte nel 2014

Arriva il via libera al conguaglio dello sgravio contributivo correlato alla contrattazione di secondo livello, con riferimento alle retribuzioni incentivanti corrisposte nel 2014: l’INPS, con il messaggio n. 162 del 15 gennaio 2016, ha fornito le istruzioni e le codifiche per effettuare le operazioni necessarie.

(Il Sole 24 Ore, 20 gennaio 2016, pag. 43)

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